La Stampa, Asti del 13-03-2012 pag. 57 Il Braille anche per chi vede sul nuovo album di Franco Cerri (a fianco foto della mano di Fazio che mostra il CD di Cerri e più sotto foto di Azzalin che mostra un CD col Braille). Il progetto di stampa di Antonio Azzalin accolto anche dal famoso jazzista CELLE ENOMONDO. E' una ricerca partita da lontano, un «Braille per i vedenti» scelto dal jazzista Franco Cerri per il suo ultimo album, presentato sabato sera a «Che tempo che fa»: solo gli spettatori più attenti si saranno accorti di quei puntini trasparenti applicati sulla custodia del cd, mostrato dal conduttore Fabio Fazio intervistando l'artista. Quei puntini sono la prima applicazione per la discografia del progetto «AzzaBraille», nato tra le colline di Celle Enomondo: «Immaginate di prendere una dozzina di dischi, cd o vinili, poco importa, toglieteli dalle confezioni e chiudete gli occhi: sfido il mago più dotato a saperli riconoscere» racconta Antonio Azzalin, fisico e ricercatore che con il Club italiano del Braille e l'Unione ciechi ha portato avanti il progetto. Ha pensato a un sistema di stampa in Braille applicabile a tutte le superfici, dai biglietti d'auguri ai cd, senza dover «punzonare» i materiali, senza modificare i supporti, leggibili nelle due versioni, per ciechi e vedenti: «Anche se incolla un'etichetta Braille sulla custodia di un cd, non può certo metterla sul disco - spiega Azzalin - col mio sistema di scrittura, i cd hanno il Braille stampato direttamente sul disco». Franco Cerri è stato il primo ad accettare la sfida: «Da tempo collabora col progetto AzzaBraille, destinato a prodotti di uso quotidiano, perché siano i vedenti a stampare e mettere il rilievo la loro comunicazione». Una sorta di timbro, più economico e veloce della classica «punzonatura» del Braille, una tecnica di stampa con un particolare inchiostro che si sta sviluppando tra i laboratori di Celle Enomondo e Milano: «Il cieco da sempre usa il Braille per comunicare con altri ciechi, ora è il vedente che deve mettere il Braille sui prodotti di largo consumo - spiega Azzalin - dev'essere un'operazione facile, pensata con i mezzi del vedente e gestibile dal vedente». di Elisabetta Fagnola